Venere รจ un pianeta sorprendentemente attivo: continue scoperte ne ridefiniscono la nostra comprensione.

Per decenni, Venere รจ stato considerato un pianeta geologicamente inerte, un mondo roccioso cupo e surriscaldato, avvolto in un’atmosfera tossica e con una superficie apparentemente statica. Questa visione consolidata, tuttavia, sta subendo una radicale trasformazione grazie a una continua serie di nuove scoperte, che rivelano un pianeta sorprendentemente attivo e dinamico. Le implicazioni di queste nuove conoscenze sono di vasta portata, influenzando la nostra comprensione dellโevoluzione planetaria e aprendo nuove prospettive sulla ricerca di vita extraterrestre.
Le ultime ricerche che hannoย evidenziato come il pianeta sia attivo
Le ultime ricerche, pubblicate nel 2025 su Nature Communications e Science Advances, si basano sull’analisi dei dati della missione Magellano della NASA, degli anni ’90. Rielaborati con tecniche avanzate, i dati mostrano evidenze convincenti di attivitร tettonica ancora in corso su Venere. In particolare, lo studioย si concentra sulle “coronae”, strutture circolari di diverse dimensioni disseminate sulla superficie del pianeta. Analizzando le anomalie gravitazionali associate a queste strutture, i team di ricerca guidati da Anna Gรผlcher (Universitร di Berna) e Gael Cascioli (NASA Goddard e UMBC), hanno individuato chiare indicazioni di risalita di materiale caldo dal mantello, con conseguenti deformazioni crostali e formazione di fosse e dislivelli. In 52 delle 75 coronae analizzate, sono state rilevate anomalie gravitazionali coerenti con un’attivitร geologica recente, suggerendo un modello di subduzione in miniatura, simile all’โAnello di Fuocoโ del Pacifico, ma organizzato in percorsi circolari.
Un’altra ricerca, condotta dal team di Justin Filiberto del Johnson Space Center e pubblicata su Nature Communications, approfondisce la natura della crosta venusiana, descritta come sorprendentemente sottile e dinamica. Tramite modelli dettagliati, gli scienziati hanno dimostrato che la crosta, pur non essendo frammentata in placche come sulla Terra, รจ soggetta a continui processi di fusione e metamorfismo da densitร . La parte inferiore della crosta, diventando piรน densa, sprofonderebbe nel mantello, causando la risalita di magma e attivitร vulcanica. Questo meccanismo unico regola lo spessore della crosta, spiega l’attivitร vulcanica venusiana e il continuo riciclaggio interno di materiali, incluso l’acqua e altri elementi chimici.
Il confronto fra Venere e la Terra
La scoperta di un’intensa attivitร geologica su Venere, pur diversa da quella terrestre, apre prospettive affascinanti sul confronto tra i due pianeti, tanto simili per dimensioni e composizione, ma cosรฌ diversi nel loro destino geologico. Studiare Venere aiuta a comprendere come pianeti inizialmente simili possano seguire percorsi evolutivi cosรฌ diversi, offrendo indizi cruciali sullโevoluzione della Terra primordiale e sulla probabilitร di trovare pianeti abitabili al di fuori del nostro sistema solare. L’assenza di una tettonica a placche globale su Venere, nonostante l’evidenza di un’intensa attivitร interna, solleva interrogativi cruciali sul ruolo della tettonica a placche nell’abitabilitร di un pianeta roccioso.
Il futuro dell’esplorazione di Venere
Le scoperte attuali, che attestano come Venere sia un pianeta attivo sono basate su dati risalenti a decenni fa, e sono solo l’inizio. Le missioni spaziali future, come la Veritas della NASA (prevista per il 2031), la Davinci e la EnVision, forniranno dati molto piรน precisi e dettagliati sulla gravitร , la topografia e la composizione del pianeta. Queste missioni permetteranno di confermare o smentire le ipotesi attuali, e di approfondire ulteriormente la nostra comprensione dellโattivitร geologica venusiana, rispondendo a domande cruciali sulla quantitร di vulcanismo attivo e sul ruolo dei processi interni nell’evoluzione del pianeta. L’enorme interesse suscitato dalle nuove scoperte si traduce in una rinnovata spinta all’esplorazione di Venere, un pianeta che, contrariamente a quanto creduto, sembra essere tutt’altro che spento, inerte e silente.
Scoperte precedenti
Il riesame dei dati delle vecchie missioni Pioneer Venus e Magellano da parte di un team di ricercatori italiani, nel 2024, aveva giร portato alla conferma dellโesistenza di flussi di lava recenti su Sif Mons e Niobe Planitia. La ricerca, finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana, dimostrรฒ in modo inequivocabile la presenza di vulcanismo attivo.
Studi precedenti, giร a partire dal 2020, avevano sollevato la possibilitร di attivitร vulcanica su Venere, con alcune segnalazioni di potenziali prove di eruzioni recenti.
Alcune ricerche suggerivano la presenza di fosfina nell’atmosfera venusiana, un possibile biomarcatore, sebbene successivi studi abbiano messo in discussione questa scoperta. La fosfina, sulla Terra, รจ prodotta principalmente da organismi viventi in ambienti anaerobici (privi di ossigeno), rendendo la sua rilevazione su un altro pianeta un indicatore di processi biologici. Lo studio originale, pubblicato su Nature Astronomy, riportava la scoperta di fosfina nelle nubi di Venere in concentrazioni sorprendentemente elevate, circa 1000 volte superiori a quelle che ci si aspetterebbe in un’atmosfera inerte. I ricercatori avevano utilizzato i dati di due radiotelescopi, il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) e l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), per identificare la firma spettrale della fosfina nell’atmosfera venusiana. Ricerche successive hanno messo in dubbioย questa scoperta, sia per mancanza di ulteriori conferme, che per la metodologia di elaborazione. Altri dubbi attengono invece la possibilitร che la sostanza sia presente ma possa essere il risultato di processi abiotici (vulcanesimo, fulmini o altre interazioni fra superficie ed atmosfera). Il dibattito รจ ancora in corso.
Cosa sappiamo su Venere
Il secondo pianeta del nostro sistema solare, รจ un mondo sorprendentemente attivo e complesso, simile alla Terra per dimensioni e massa, ma con condizioni superficiali e atmosferiche estreme.

Un’atmosfera densa e tossica, condizioni estreme
L’atmosfera di Venere รจ circa 90 volte piรน densa di quella terrestre, composta principalmente da anidride carbonica. Il conseguente effetto serra รจ responsabile di temperature superficiali che superano i 475ยฐ. Le nuvole, composte da acido solforico, riflettono una gran parte della luce solare, rendendo il pianeta uno degli oggetti piรน luminosi del cielo notturno. Si dibatte sulla possibile presenza di fosfina – un potenziale biomarcatore – nell’atmosfera venusiana.
Intensa attivitร vulcanica
La superficie non รจ frammentata in placche ma continua, ed รจ caratterizzata da vaste pianura laviche, migliaia di vulcani e strutture circolari chiamate “coronaeโ, che sono oggetto di un’intensa attivitร vulcanica ancora in corso. Venere รจ un pianeta attivo e dinamico, come dimostrato dalle ultime scoperte.
Anomalie e curiositร
Venere ruota sul proprio asse in senso retrogrado, ovvero in senso orario, al contrario della maggior parte dei pianeti del sistema solare. Il motivo di tale anomalia รจ un mistero tuttora oggetto di ricerca, potenzialmente spiegabile da un impatto planetario. La collisione, durante le fasi finali della sua formazione, implica un oggetto impattante talmente grande da alterare il momento angolare e invertire la sua rotazione. Analoga spiegazione รจ data per la rotazione retrograda intorno al proprio asse di Urano, che รจ inclinato di 98 gradi e per quella di Plutone (il cui asse รจ inclinato di 120 gradi). La sua rotazione รจ molto lenta, un giorno di Venere dura quanto 243 giorni terrestri circa. Al tempo stesso per fare un giro completo intorno al sole, il pianeta impiega circa 225 giorni terrestri, il che significa che รจ un pianeta dove un giorno dura piรน di un anno.
Forse un tempo ospitava oceani
Venere potrebbe aver ospitato oceani di acqua liquida in passato, ed essere stato un pianeta potenzialmente abitabile fino a circa 715 milioni di anni fa. Le prove principali a sostegno di questa ipotesi derivano dall’analisi del rapporto isotopico tra deuterio (un isotopo pesante dell’idrogeno) e prozio (l’idrogeno comune) nell’atmosfera venusiana. Le sonde Pioneer Venus, negli anni ’70, hanno rilevato un rapporto deuterio/prozio significativamente piรน elevato rispetto a quello trovato sulla Terra. Questo dato รจ interpretato come un’indicazione di una significativa perdita di acqua nel corso della storia del pianeta. L’acqua, composta da idrogeno e ossigeno, รจ piรน leggera del deuterio, quindi si ha una maggiore perdita di acqua “leggera” rispetto a quella pesante, modificando il rapporto isotopico. Questa maggiore abbondanza di deuterio rispetto al prozio suggerisce che Venere ha perduto una grande quantitร di acqua nel corso del tempo, probabilmente evaporata a causa del suo clima progressivamente piรน caldo. Si ipotizza che questo processo di riscaldamento globale sia stato causato dall’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, senza un meccanismo efficace (come la tettonica a placche) per rimuoverla.
Nelle antiche culture
A causa della sua maggiore vicinanza al sole, rispetto alla Terra, Venere ci appare nel cielo prima dell’alba oppure dopo il tramonto. Come la Luna, questo pianeta si mostra a noi con delle fasi, passando da una sottile falce fino alla pienezza e poi decrescendo. Un ciclo completo dura circa 584 giorni.
Se si traccia la posizione di Venere come ci appare nel cielo per otto anni circa, si ottiene un disegno geometrico simile ad una stella a cinque punte, conosciuto come “pentagramma di Venere”.


Per la sua luminositร e visibilitร nel cielo notturno, e per le sue caratteristiche cicliche, Venere ha avuto un ruolo significativo nel computo del tempo, nelle mitologie e nelle credenze di numerose culture antiche. Gli astronomi babilonesi furono tra i primi a studiarne sistematicamente i movimenti, riconoscendolo come Stella del Mattino e Stella della Sera. Lo associavano a Ishtar, la dea dell’amore, della guerra e della fertilitร . In Egitto era connesso con la dea Iside, con analoghi attributi, e la sua apparizione nel cielo era un evento di grande importanza nel calendario e nei riti religiosi. Anche gli antichi greci la distiguevano in stella del mattino e stella della sera e la associavano a piรน divinitร , fra cui Afrodite. Atzechi e Maya studiavano attentamente i cicli di Venere e li integravano nel calendario, associando l’astro alla guerra.


