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Un angelo di nome Giuditta

Un angelo di nome Giuditta

Quanto è difficile parlare di una persona tanto cara e preziosa senza rischiare di scrivere banalità o abbandonarsi a frasi di circostanza. Proprio perché la conosco piuttosto bene (ne sto deliberatamente parlando al presente, e per buoni motivi), so che se mi azzardassi a farlo ne sarebbe senz’altro delusa e contrariata, per non usare altri termini ancora più espliciti. Io speriamo che me la cavo

Pur conoscendola di fama, incontrai personalmente Giuditta Dembech nell’ormai lontano 1998, e fu amore (platonico) a prima vista. Ricordo perfettamente il luogo (una chiassosa fiera del benessere in Trentino Alto Adige) e le circostanze, ma soprattutto la lunga chiacchierata in cui mi raccontò molto di sé e delle sue recenti vicissitudini, e mi espresse quanto apprezzasse il mio lavoro divulgativo attraverso la (all’epoca) giovane rivista Nexus New Times nella sua edizione italiana. Da allora fu un crescendo senza soluzione di continuità.

Un angelo di nome Giuditta

Instancabile ricercatrice e divulgatrice, organizzò numerosi convegni ai quali non mancai (quasi) mai di partecipare. Furono straordinarie e indimenticabili occasioni di incontro e condivisione, ma anche di divertimento fra amici, più che semplici colleghi. Come amava ripetere, “il vero convegno è la cena della sera prima, nella quale ci troviamo riuniti fra di noi a tirare l’alba…”. Non potrei essere più d’accordo.

Un angelo di nome Giuditta

Nonostante il grande successo e apprezzamento da parte del pubblico, non mancarono le (poche) delusioni, come quando organizzò in pompa magna un evento a Caserta, presso una struttura particolarmente prestigiosa (e costosa). Per ragioni a tutt’oggi sconosciute, o forse perché semplicemente la gente potenzialmente interessata preferì disertarlo per andare al mare, rammento che mi ritrovai ad esporre la mia relazione sul progetto Blue Beam di fronte a qualcosa come cinque o sei persone in una grande sala attrezzata ad ospitarne parecchie centinaia. Ricordo bene quanto ne rimase delusa, al di là del salasso economico… Io per parte mia ebbi il piacere di rivedere suo figlio Clay, presente per dare una mano nell’organizzazione, al quale mi lega una profonda amicizia e la comune passione per i Ghostbusters

Un angelo di nome Giuditta
Comunque sia, l’elenco dei personaggi con i quali interagì durante il suo cammino è talmente lungo e prestigioso che non mi ci provo nemmeno a ripercorrerlo. Basti dire che frequentò a lungo, raccontò e scrisse molto sul grande Gustavo Rol, del quale diventò la confidente e biografa. Mi raccontava però con tanto affetto anche della sua amicizia con Franco Battiato, che la chiamava “mi amada”, e mi riservò lo stesso appellativo ogni volta che ci vedevamo o ci sentivamo: “mi amado”. Quando ci penso, mi si stringe un nodo in gola per la commozione…
Un angelo di nome Giuditta
Oltre ad essere l’autrice di una trentina di libri sui più svariati argomenti di natura spirituale o paranormale nonché una seguitissima conduttrice radiofonica, è stata l’instancabile organizzatrice nella sua Torino di svariate edizioni del Wesak, una sorta di celebrazione spirituale che si celebra ogni anno nella notte del plenilunio nella costellazione del Toro (animale simbolo della città). La ricordo particolarmente fiera dell’edizione del 2008, che vide la partecipazione dell’apache Danny Many Horses con la sua preghiera dei nativi americani.
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In conclusione, non posso fare a meno di ricordare che una delle tematiche alle quali dedicò molto lavoro è quella degli angeli, e che “un angelo è un essere spirituale che assiste e serve Dio o è al servizio dell’uomo lungo il percorso del suo progresso spirituale e della sua esistenza terrena”. Mi piace pensare a lei come a un angelo fattosi umano, come quelli protagonisti del capolavoro di Wim Wenders ne Il cielo sopra Berlino, pur con tutte le difficoltà e le contraddizioni che questo comporta.

Mia cara Giuditta, in attesa di una tua visita in sogno che sono certo non mancherà, ti penso riunita al tuo amato Nino, una delle persone più amabili che io abbia mai conosciuto e che finalmente è tornato a godere della tua pirotecnica compagnia. Un grande e forte abbraccio, e a presto (ma non troppo)…

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Mi stringo idealmente intorno a Clay e Lara, Jacqueline e Marco, Erik e Kevin, all’amico Antonello e a tutti gli altri amici e parenti che sarebbe troppo lungo elencare qui, col rischio di dimenticarmi di qualcuno…

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