Il 15 novembre del 1572, quattro giorni dopo la comparsa della supernova SN1572, nel piccolo borgo di Kriesbühl, in Svizzera, il contadino Hans Buchmann si incammina verso Sempach, la vicina città, per pagare un conto aperto di ben 16 fiorini.
Raggiunta la casa del suo creditore, scopre però che l’uomo è fuori città, quindi si ferma alla taverna, beve della birra e si incammina di nuovo verso casa. Si trova all’imbrunire in prossimità del bosco di Waldstatt, vicino al villaggio di Hildisrieden e al campo dove quasi due secoli prima i locali sconfissero gli Asburgo in una feroce battaglia.
All’improvviso è circondato da uno strano suono frusciante e ronzante, simile a quello di uno sciame d’api. Poi il rumore diviene assordante e ruggente. Hans solleva il bastone e lo fa roteare intorno a sé, ma non colpisce nulla, quindi si sente sollevare da terra e perde conoscenza.
Fattasi notte, i figli del contadino, preoccupati, escono di casa e si incamminano per cercare il padre, arrivano fino al bosco di Waldstatt, dove trovano il cappello, il mantello, i guanti e il bastone del padre. Immediatamente pensano che ci sia stato uno scontro con un loro parente, Claus Buchmann, con il quale sono ai ferri corti da anni. Ed è a casa sua che si precipitano, cercando ovunque il corpo del padre, pronti a vendicarlo. Non trovando traccia di Hans, ma ancora convinti che l’abbia ucciso Claus, vanno a denunciare tutto alle autorità. Claus viene interrogato e rilasciato.
Nel frattempo, Hans si risveglia in una strana città dove le persone parlano una lingua che non capisce. È debole, assetato, affamato. Il suo viso è gonfio e ha perso tutti i capelli.
Vaga senza meta finché incontra una guardia o un soldato che parla la lingua tedesca. Scopre così di essere a Milano. Scopre anche che è il giorno di Sant’Andrea e che quindi sono trascorsi quattordici giorni da quando è scomparso a Sempach. La guardia lo assiste e lo aiuta a tornare a casa, dove giunge molte settimane dopo.
Le autorità distrettuali lo convocano a Rothenburg, dove viene interrogato, esaminato e rilasciato.
L’episodio è riportato nelle cronache del cancelliere e storico di Lucerna Renward Cysat (1545-1614), il quale attribuisce la scomparsa del contadino alla “Caccia Selvaggia”, il corteo notturno di esseri sovrannaturali che uccide o rapisce i mortali che si trovano sul suo percorso, rilasciandoli – impazziti – in luoghi remoti. Un folklore nordico molto radicato all’epoca. Da notare che si riteneva che la Caccia Selvaggia passasse proprio sopra i luoghi teatro di eventi sanguinosi (come i campi di battaglia) e i boschi.

Oggi si tende a dare a questo tipo di casistica una connotazione diversa, di rapimento alieno, di cui presenta tutte le caratteristiche.



