L’oggetto stellare 3I/ATLAS può essere un “evento cigno nero” secondo Avi Loeb, fisico teorico in forza ad Harvard. A cosa si sta riferendo questo illustre scienziato noto per aver fondato il Progetto Galileo per la ricerca scientifica sistematica di prove di artefatti tecnologici extraterrestri?
Che cos’è un evento cigno nero?
È come la scienza definisce – in modo inusualmente poetico – un evento estremamente raro, al punto che è impossibile determinarne scientificamente la probabilità che si verifichi, tanto è piccola. Qualcosa che esula completamente da ciò che ci si attende, ma che ha effetti talmente rilevanti per la collettività che, a posteriori, viene inappropriatamente razionalizzato e giudicato prevedibile.
Ma il dr Loeb si spinge oltre e paragona anche 3I/ATLAS al cavallo di Troia. Perché secondo lui c’è molto da sospettare.

Ecco una sintesi delle anomalie che lo scienziato rileva:
Anomalie che potrebbero trovare una spiegazione in osservazioni future:
1. Dimensioni: il diametro di 3I/ATLAS è maggiore di 5 chilometri, il che rende la sua massa minima di 33 miliardi di tonnellate, maggiore di un fattore da mille a un milione rispetto alla massa del secondo e del primo oggetto interstellare.
2. Coda che cambia direzione: l’immagine di Hubble di 3I/ATLAS ha mostrato un getto di luce solare diffusa in avanti, 10 volte più lungo che largo, puntato verso il Sole (quindi in direzione contraria rispetto al solito). Una debole coda in direzione opposta è apparsa solo successivamente.
3. Composizione chimica insolita: il pennacchio di gas attorno a 3I/ATLAS mostrava molto più nichel che ferro, come nelle leghe di nichel industriali. A differenza delle comete del sistema solare, il pennacchio conteneva principalmente anidride carbonica.
4. Polarizzazione: la luce proveniente da 3I/ATLAS ha mostrato una polarizzazione estremamente negativa.
Anomalie destinate a rimanere senza spiegazioni:
5. L’orbita di 3I/ATLAS è allineata con il piano eclittico dei pianeti attorno al Sole entro 5 gradi e retrograda (0,2% di probabilità).
6. La sua rotta è perfettamente ottimizzata per passare vicino a Marte, Venere e Giove (0,005% di probabilità).
7. La direzione di arrivo di 3I/ATLAS è allineata entro 9 gradi con il segnale “Wow!” del 15 agosto 1977 (probabilità dello 0,6%).
Alla luce di tutto ciò, secondo Loeb, la possibilità che 3I/ATLAS sia tecnologia aliena camuffata da oggetto cosmico naturale è al momento del 30-40%.
Il passaggio da anticoda (coda verso la direzione di viaggio) a coda (coda in senso opposto rispetto alla direzione di viaggio), secondo il collega fisico e matematico Adam Hibberd è coerente e logico come tecnofirma di un sistema di propulsione.
Attualmente La cometa/astronave 3I/ATLAS è entrata in congiunzione con il sole e non è visibile. Momento propizio per fare attività in modo discreto.
Eahsanul Haque del SETI – come molti altri scienziati – ritiene invece che tutte le anomalie, per quanto improbabili, trovino una spiegazione naturale e che fino ad oggi 3I/ATLAS non abbia mostrato accelerazioni tali da far pensare a propulsioni artificiali. Secondo Haque 3I/ATLAS potrebbe essere non una cometa tipica ma un frammento clastico litificato, in pratica un pezzo espulso da un bacino sedimentario situato su un esopianeta lontanissimo. I altre parole: un fossile geologico di un mondo alieno antichissimo.
Chi ha ragione? Forse non lo scopriremo mai.
Ci siamo già occupati di 3I/ATLAS qui.


